Silvia Giovetti
Erborista e Naturopata – Educatore Counsellor Nutrizionale
La ricerca scientifica ha stabilito che il cibo può influenzare l’attività cerebrale, l’umore e le prestazioni intellettuali e al contempo i nostri stati d’animo possono regolare la quantità, la qualità e l’elaborazione del cibo di cui ci nutriamo. Un collegamento fondamentale, infatti se poniamo l’attenzione all’alimentazione e all’integrazione consapevole offriamo una prevenzione ottimale contro una serie di patologie, anche degenerative.
L’antica frase di Ippocrate “che il cibo sia la tua medicina” oggi è più vera che mai, infatti la ricerca di avanguardia in ambito neuroscientifico e la medicina funzionale e antiagingconfermano che la salute può essere letteralmente nutrita attraverso scelte alimentari ed opportune integrazioni di nutrienti è per questo che è nata la Nutraceutica. La parola deriva da “nutrizione” e “farmaceutica” (alimento-farmaco), ovvero una sostanza alimentare che associa componenti nutrizionali selezionati alle proprietà curative di principi attivi naturali.
Tra i nutraceutici si possono annoverare gli acidi grassi polinsaturi essenziali (Omega 3 e Omega 6) presenti ad esempio in cibi come crostacei, frutta secca e legumi che hanno effetti positivi sul sistema cardiocircolatorio e nervoso.
Un altro esempio diffuso è il lievito di birra che presenta sostanze nutrienti quali proteine, carboidrati, aminoacidi, vitamine e sali minerali. Il triptofano, invece, è un aminoacido essenziale ed è il precursore della serotonina, conosciuta ai più come “l’ormone della felicità”: è possibile riscontrarlo in alcuni alimenti quali cioccolato, latticini, arachidi, alga spirulina e semi di sesamo.I flavonoidi sono sostanze con azione antiossidante, antivirale, immunostimolatrice e immunoprotettiva e si possono riscontrare in alimenti come mele, pomodori, cavoli, agrumi ecc.
Su quali patologie si può intervenire attraverso la nutrizione in campo salutistico?
1)Patologie degenerative dell’invecchiamento: Parkinson Alzheimer, demenze.
2)Invecchiamento cellulare: radicali liberi, stress ossidativi (rughe, luminosità e tonicità della pelle efficacia degli scambi cellulari…)
3)Stanchezza cronica, ridotta capacità di concentrazione, perdita progressiva della memoria.
4)Disturbi dell’umore:Ansia e depressione
5)Disturbi del comportamento alimentare (comportamenti compulsivi, digiuni, bulimia nervosa…).
Non sono solo meccanismi fisici a condizionare il collegamento Mente-corpo ma anche meccanismi neurologici o legati agli ormoni e ai neurotresmettitori che ci governano ad esempio le endorfine, le molecole del buon umore. Le endorfine sono la nostra morfina naturale e la loro produzione nell’organismo può dar luogo ad una piacevole sensazione di benessere e alleviare il dolore. Esistono cibi che stimolano la produzione di endorfine come il latte, il cioccolato fondente, il farro, l’avena, i datteri, le banane e le arachidi.
Il collegamento cibo-mente è condizionato in gran parte dall’intestino, dal microbiota e dalla sua condizione di equilibrio. Ad esempio, la serotonina, mediatore chimico presente nell’encefalo, è prodotta per il 95% nell’intestino. Ecco allora l’importanza della triade :CIBO-PANCIA-EMOZIONI che governa anche il rapporto fame/sazietà.
Si pensava che fosse il brontolare dello stomaco ad avvisarci con la sua contrazione, in realtà è il cervello a concludere: HO FAME! a seguito di messaggi in arrivo dall’intestino.